Sviluppo rurale, laqualunquismo di Tuttappostu?
La Regione pubblica un nuovo bando per interventi in zone rurali. Ora il sindaco Belcastro scelga se controllare meglio gli uffici comunali o ignorare
Psr, misura 4.3.1: la notizia è che la Regione Calabria ha appena pubblicato un bando per interventi in infrastrutture, annualità 2017. Nei giorni scorsi abbiamo scritto della bocciatura del Comune di San Giovanni in Fiore per l’annualità 2016, dovuta alla mancanza di documenti.
di Emiliano Morrone
Pare che il governatore Oliverio abbia preteso il correttivo dagli uffici, data la figuraccia rimediata dal sindaco Giuseppe Belcastro, la cui candidatura impose nel 2015: di persona e senza primarie.
Al di là delle valutazioni e degli eventuali rimedi di Oliverio, bisogna parlare delle dimenticanze della burocrazia del Comune di San Giovanni in Fiore, che Belcastro continua a tralasciare, addirittura nascondendole con celebrazioni retoriche, come nel caso della differenziata.
Riepiloghiamo. Circa le misure per i quartieri disagiati, la domanda che il Comune di San Giovanni in Fiore inviò alla Presidenza del Consiglio dei Ministri era priva di atti e addirittura non firmata. Inoltre il Comune ha perso la possibilità di attivare, per il 2017, il Servizio civile presso il municipio e, a parte, di attingere a risorse comunitarie per sostenere attività produttive in zone rurali.
Il Comune di San Giovanni in Fiore potrà rifarsi col nuovo bando relativo alla misura 4.3.1 del Psr, ma per la graduatoria provvisoria ci vorranno almeno i primi mesi del 2018.
Nel frattempo, vale ricordare un precedente, relativo a fondi europei ricuperati dalla precedente amministrazione – a guida Antonio Barile – per sistemare delle strade interpoderali nel territorio comunale e utilizzati, sotto l’amministrazione Belcastro, sulla base di «criteri visivi», nel solito silenzio del mitico «Tuttappostu».
In una nota del 30 gennaio 2016, scrivevo in proposito agli uffici e al sindaco: «Prendo atto dell’invalsa – a quanto pare – abitudine di rispondere in comodità di là dai termini legali, per come traspare dalle comunicazioni in ordine all’accesso agli atti sulla questione (…), avente ad oggetto «Progetti integrati per le aree rurali (PSR) Calabria». «Ricordo – aggiungevo – che con nota del 7 gennaio 2014 (riassunta in una successiva del 15 gennaio 2014) avevo rappresentato la necessità che il Comune di San Giovanni in Fiore sistemasse» una strada «in completo, pericoloso disfacimento, cagionato dal maltempo». Quindi osservavo: «A seguito di codeste segnalazioni, a distanza di settimane il Comune di San Giovanni in Fiore provvedeva in via temporanea a sistemare con terriccio la riferita strada, per vero mai bitumata». Evidenziavo il fatto che gli uffici interessati non avessero chiarito «le questioni espressamente richieste con l’allegata (mia) nota del 13 dicembre 2015, trasmessa in pari data a mezzo posta elettronica certificata ma protocollata il 16 dicembre 2015».
Entravo, quindi, nel merito di una risposta degli uffici, datata 28 gennaio 2016. E ribattevo: «Sorprendente è che “i criteri di valutazione per la scelta degli interventi realizzati in sede sia preliminare che definitiva-esecutiva, sono stati di tipo visivi ed in funzione al numero di abitanti serviti da tali utenze”. A questo proposito, negli atti consultati dallo scrivente non è stato possibile reperire alcun riferimento o documento giustificativo riferibile “al numero degli abitanti serviti” da imprecisate – nella nota summenzionata – “utenze”».
«A quali utenze – chiedevo – hanno inteso riferirsi il Rup e il Direttore dei lavori? Hanno alluso alle strade tout court, alle utenze dell’acqua oppure ad altre utenze? Che razza di criterio oggettivo e trasparente può essere un criterio di tipo visivo? A quali “visioni” si ispira codesto criterio visivo adottato e riconosciuto per iscritto? Quali sarebbero questi “criteri visivi”? Codesta succitata affermazione appare in un tempo illogica e rivelativa, quantomeno, di un’evidente approssimazione tecnico-amministrativa nell’individuazione delle strade per le quali sono stati spesi fondi pubblici, correlati al Psr 2007-2013».
«Ancora – incalzavo –, come è stato valutato il numero degli abitanti, che nello specifico è indicato come criterio di discrimine e, curiosamente, quando è da riferirsi alle istanze del sottoscritto (…) appare scartato ab origine?».
«Più sorprendente – proseguivo – è l’associazione dei criteri visivi, cui il Rup e il Direttore dei lavori hanno fatto riferimento per iscritto, con l’individuazione dei “siti più danneggiati” e l’aggiunta motivazione che “le valutazioni sulle priorità sono state fatte in funzione alle condizioni di danno dei luoghi, al numero di abitanti in loco, all’asservire strade di propria competenza ed a valutare la distanza dal centro abitato o vie di comunicazioni principali”». «Tale affermazione – obiettavo – è smentita per almeno tre ragioni: per mancanza di criteri oggettivi riguardo alle priorità; per mancanza di atti istruttori collegati; per mancanza di elementi formali per la qualificazione degli “abitanti in loco” e per la loro quantificazione.
«In conclusione – precisavo –, anche da questa nota (del 28 gennaio 2016, inviata il 29 gennaio a mezzo pec), oltre che dagli atti specifici consultati dallo scrivente, viene confermato quanto già rappresentato dal sottoscritto con nota del 13 dicembre 2015 (inviata in pari data via pec). Vale a dire che “non è stato possibile reperire come siano stati individuati gli interventi da attuare con il finanziamento ricevuto”».
Ora, in che modo Belcastro vuol farsi garante del rilancio delle aree rurali nel Comune di San Giovanni in Fiore? Crede di potersi accontentare del nuovo bando della Regione oppure pensa che sia necessario un controllo più stringente dell’attività degli uffici, ammesso che non è, come dimostrato, «tuttappostu»?
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