San Giovanni in Fiore e l’attesa di… gennaio
Ci sarebbe tanto da dire sul presente e sul futuro di San Giovanni in Fiore, legati alle scelte della politica e della comunità locale.
di Emiliano Morrone
Intanto l’amministrazione in carica ha sanato le fratture nella maggioranza, almeno nella forma, dopo mesi di deliranti sceneggiate che hanno divertito e indignato larga parte della cittadinanza, ormai informata e reattiva sui social.
Alla fine il sindaco, messo all’angolo, ha nominato assessori l’iperattivo Leonardo Straface e l’equilibrato Giovanni Gentile, levando dalla giunta il sempre operoso delegato al Bilancio, Gerardo Longo, e il buon Biagio Oliverio, che aveva iniziato col piede giusto ma si è dovuto fermare più o meno subito, vittima incolpevole dell’inquietudine nel centrosinistra. Risparmiate dal rimpasto Milena Lopez e Marianna Loria, il capo non si discute.
La situazione in casa Pd è tutt’altro che serena, però. Attilio Mascaro, che di politica ne sa, ha sferrato una serie di attacchi durissimi al suo partito, contestandone l’appiattimento, la mancanza di confronto interno, l’imperturbabile indifferenza rispetto agli Lsu-Lpu, un’improvvida organizzazione degli uffici municipali e, in sintesi, l’abbandono dei più deboli e un beato navigare a vista, malgrado il consenso plebiscitario alle comunali del 2015.
Il romantico Mascaro è inascoltato e i suoi compagni di ribellione, Gino Perri e Antonio Nicoletti, si sono dati alla macchia: l’uno per inguaribile attendismo, l’altro per aver ricevuto l’incarico di referente della direzione sanitaria dell’ospedale civile. Le stellette piacciono troppo, anche quando somigliano a patacche.
Ancora una volta il “povero” vigile urbano Rosario Marano è rimasto con un pugno di mosche. Per dirla con Lolli, ha «la colpa di non avere colpe», se non l’aver sostenuto l’allora sindaco Antonio Barile. È il giuoco delle parti, che però non può rientrare di prepotenza nella gestione amministrativa; anche perché Marano è un cittadino come tutti gli altri, dunque è ingiusto punirlo per le idee e forse per il suo noto senso della cosa pubblica, che non ha colore, bandiera e ordinatori.
Inoltre la dipendente precaria Caterina Secreti è stata sanzionata dalla Commissione disciplinare del Comune per aver digrignato i denti al cospetto di due assessori. Tale ammonizione mi pare fuori del mondo, poiché l’indirizzo politico e l’attività degli uffici sono separati per legge. Comunque si poteva evitare, se la politica 2.0 avesse avuto la coscienza e lungimiranza della Prima Repubblica, il cui ultimo testimone è l’amico Tonino Straface, fine conoscitore del galateo dell’amministrazione pubblica. Andate a trovarlo e prendete ripetizioni (gratuite).
Ora il governatore e compaesano Mario Oliverio sta preparando la sua ricandidatura. Al solito, perlomeno in apparenza, senza prendere posizione sulle difficoltà di San Giovanni in Fiore, nella sanità, nell’economia e nello sviluppo del territorio, e non avendo inciso come invece poteva dall’alto della Cittadella di Catanzaro, che domina la piana surreale di Germaneto.
Fate voi. L’ospedale è alla fine, ma la responsabilità si scarica sul commissario Massimo Scura, adesso pure timoniere dell’Asp di Reggio Calabria, e quasi mai sul direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, nominato proprio dal presidente Oliverio. Troppe volte si è chiesta invano attenzione. Per esempio per il servizio di Cardiologia, per avviare una Chirurgia semplice e per i controlli delle donne in gravidanza. Riccardo Fatarella, direttore generale del dipartimento regionale Tutela della Salute, è andato in pensione e sono svanite le sue promesse di rilancio dei servizi sanitari sul posto, risalenti a un consiglio comunale ormai, avrebbe ricordato Tenco, «lontano, lontano nel tempo». Il sindaco Belcastro si arrabatta come può e ci mette la faccia in ogni caso. “Zorro” continua nella sua (rispettabile) battaglia per Riace e così è contento. Pubblica link contro il governo nazionale in carica e «tutto il resto è noia». Per fortuna “La Storia” Antonio Lopez le suona ogni giorno, benché debba dividersi tra Bologna e San Giovanni in Fiore. Il Consiglio comunale non si riunisce, se non per provvedimenti tecnici. Presidente Domenico Lacava, perché l’assemblea non discute di sanità, disoccupati, commercio, fondi europei, progetti di riqualificazione, trasporto scolastico e servizi essenziali?
L’erede di “Ninco Nanco” Mimmo Caruso spopola sul web e dà la carica. Il Meet Up 5stelle si fa sentire ed è molto più presente.
Dal suo eremo montano il cinofilo e gioachimita Emiliano Morrone osserva e raccomanda, indaga, fotografa, scrive in codice e riferisce ai superiori dei Servizi, che poi elaborano da Roma, Roccasecca, Rossano, Lamezia Terme, Reggio Calabria e via Cavalcante.
Il tempo fugge, gennaio è vicino e bisogna stare pronti.
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