A San Giovanni in Fiore la prima “Heidi” in latino
Francesco Polopoli è l’autore della prima Heidi in latino. Del romanzo del 1880 di Johanna Spyri, ambientato fra Svizzera e Germania, il docente del Liceo classico di San Giovanni in Fiore ha realizzato una graphic novel illustrata da allievi, «sul solco di un filone d’interesse che da più parti difende l’antico nel valore di un presente attuale». In premessa Polopoli ha riportato la definizione di Heidi: «una storia per bambini ed anche per coloro che amano i bambini». L’obiettivo del lavoro è ambizioso, pedagogico, formativo: incuriosire «il gusto ed il sapere del bello in una visione antica».
di Emiliano Morrone
L’operazione, però, non è soltanto linguistica. La «fabula» è trasportata nell’interno montuoso della Calabria settentrionale, in cui, aggiungiamo, convivono il silenzio della lunga presenza monastica e della crescente rassegnazione allo spopolamento, alla marginalità, al dominio di logiche oppressive che hanno degradato e impoverito il territorio. Racconta Polopoli: «Adelhaidis cum matertera Dete it ad avum Ioachim, qui vivit in media Sila». «Gioacchino» è dunque il nonno della protagonista, omaggio all’abate florense tanto caro all’autore, socio del Centro internazionale di studi gioachimiti e fine studioso delle opere del profeta.
Il lavoro di Polopoli, lametino di origine, è un atto d’amore per la comunità locale. È il tentativo di ricuperare la ricchezza e la bellezza dei luoghi silani attraverso la storia universale di Heidi, bimba innamorata della vita, stupita dalla purezza, dallo splendore della natura e delle sue voci, anime, ricorrenze.
Oggi la Sila è abbandonata, sospesa tra una modernità di consumi e la memoria di un passato felice. I suoi villaggi rurali sono vuoti, i campi coperti di sterpi e colonie di ginestre, i pini invasi dalla processionaria, la gente sedotta da una globalizzazione omologante e funzionale al mercato. Così, tra nuove abitudini e ignorate dimenticanze, svanisce quell’afflato collettivo che animava l’altopiano dopo la Riforma agraria, quella passione d’insieme per i colori, i suoni, i sapori e il calore umano della nostra montagna. Perciò Polopoli ci restituisce, con la sua Heidi, una parte di quel mondo perduto, di quella genuinità e di quel sentimento che riempivano lo spirito nelle giornate semplici ma intense di una volta: «avus se commovet, cum videt suam nepotillam: Adelhaidi homo canens de monte videtur dulcis et tenerus». E allora in un paesaggio incantato incomincia una vita nuova per Heidi, «incipit vita nova parvae Adelhaidis», per cui «miracula facit natura, sed miraculum verum natura umana est».
Non è affatto poco. Soprattutto alla luce di una verità negata troppo a lungo, cioè la penetrazione mafiosa nelle foreste, nell’economia della Sila.
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