Ospedale e servizi sanitari: la maggioranza trema di paura
Un enorme lavoro di informazione ai cittadini, che con fatti e link documenta l’incontrollabile paura di Pd e alleati di affrontare il tema, fondamentale, della sanità
A San Giovanni in Fiore il sindaco Giuseppe Belcastro e i suoi temporeggiano (ancora) sulle urgenze della sanità. Il messaggio derivabile, alla luce di cautele e rinvii politici richiesti dalla maggioranza, è che Pd e Socialisti non vogliano il consiglio comunale, preteso dalla controparte, per discutere della situazione ospedaliera e dei servizi territoriali d’ausilio.
di Emiliano Morrone
Il copione è vecchio: nel 2016 il consiglio comunale sull’argomento fu spostato dalla coda di luglio all’otto novembre, perché nel Partito democratico si attendeva la nomina, a torto ritenuta risolutiva, del governatore Mario Oliverio a capo del Piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale.
A distanza di mesi ricevette l’incarico in terra campana il governatore Vincenzo De Luca; il sub-commissario Andrea Urbani si dimise in quanto collocato al vertice della Programmazione sanitaria nazionale e Oliverio restò fuori dei giochi, poi accordandosi, dicono da Forza Italia, con l’eterno Pino Gentile per il voto sul rinnovo dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria.
Intanto, dopo l’infinita soap del mai pubblicato Decreto C. A. 50/2017, il commissario Massimo Scura, che resiste ai tentativi di palazzo di rimozione (e magari di affidamento di altra responsabilità), ha licenziato nuovi provvedimenti sulle assunzioni necessarie al rispetto della normativa europea sui turni e i riposi del personale sanitario, risalente al 2003 e nell’anno 2014 recepita con legge nazionale, ancora inattuata.
L’otto novembre 2017 cadrà l’anniversario delle promesse, della maggioranza locale, di rilancio dell’ospedale e della medicina del territorio. Se leviamo l’avvio in loco delle terapie oncologiche, ma coi farmaci provenienti da Crotone, ad oggi i relativi riscontri sono pressoché nulli. Ce lo dicono, per esempio: la carenza di personale in Pronto soccorso denunciata nell’ultimo agosto; gli orari di lavoro al vaglio dell’Ispettorato provinciale; il sovraccarico in Cardiologia, attiva per sole 6 ore giornaliere e peraltro trasferita d’impulso in locali angusti e con sala d’attesa senza finestre; la mancata aggregazione funzionale dell’ospedale con altro dell’Asp di Cosenza e le ignorate sofferenze del 118 e dei servizi di Neuropsichiatria infantile e Ginecologia, tutte segnalate senza tanto ascolto.
Se non bastasse, la seduta maggioranza – che per bocca di Belcastro rimarca ogni volta un’interlocuzione permanente coi vertici dell’Asp di Cosenza – non si preoccupa di come e dove vengano trattati i pazienti colpiti da ictus. Né la stessa maggioranza ha più reso conto della consulenza chirurgico-formativa affidata, sotto soglia comunitaria, al professor Rosario Sacco, dell’Università di Catanzaro. Quanti e quali interventi abbia eseguito resta un mistero dop. A riguardo i remoti entusiasmi di Belcastro e sodali si sono trasformati in silenzio corale, che sconfessa la memorabile retorica di fedelissimi e simpatizzanti.
Insomma, la maggioranza non ha un progetto, una visione d’insieme sul futuro dell’ospedale e della medicina del territorio. Ha archiviato le carovane e diligenze che animava all’epoca di Scopelliti; ha brindato per nulla, vedasi il consiglio comunale del 25 febbraio 2016; ha indugiato, perso occasioni preziose e ignorato per scelta il progressivo affossamento del Servizio sanitario, che il governo priva di risorse in virtù degli accordi, scellerati, conseguenti al sistema dell’euro.
Infine, Belcastro e i suoi continuano a tacere, come il governatore Oliverio, sui circa 2miliardi che lo Stato non ha mai trasferito alla sanità della Regione Calabria, per cui vi rimando a un’articolata interpellanza parlamentare, a firma Dalila Nesci, del 3 febbraio 2016.
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