Ospedale, l’opposizione costringe la maggioranza alla resa
Cronaca di una giornata frenetica, che ha visto prevalere la linea (ragionevole) della minoranza
Nel pomeriggio di oggi i consiglieri di minoranza Antonio Lopez, Peppino Bitonti e Angelo Gentile hanno tenuto una conferenza stampa presso il municipio (in foto, nda). Hanno spiegato il loro fermo disappunto rispetto alla decisione della maggioranza, unilaterale, di evitare in loco una seduta consiliare sulla sanità, richiesta dai tre nell’aprile scorso, rinviata da Pd e Socialisti con vari pretesti e trasformata, come abbiamo già raccontato, nell’anomalo consiglio comunale convocato d’urgenza a Catanzaro, in seduta straordinaria, per l’odierna audizione del dirigente generale facente funzioni del dipartimento regionale Tutela della Salute, Bruno Zito, sull’offerta sanitaria in ambito locale.
di Emiliano Morrone
Nel novembre 2016, Bitonti e Gentile avevano sottoscritto un documento, insieme alla maggioranza, contenente una serie di richieste per l’ospedale di San Giovanni in Fiore e la medicina del territorio, ignorate dall’allora dg del suddetto dipartimento, Riccardo Fatarella, e dal direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffaele Mauro, che in una riunione del giugno passato, davanti a un silente sindaco Giuseppe Belcastro, le aveva definite carta straccia, pur avendole condivise con la propria firma.
I cittadini devono sapere – come con indignazione hanno evidenziato Lopez, Bitonti e Gentile – che a San Giovanni in Fiore non è manco possibile eseguire un tracciato per le donne in gravidanza; che dei 4 anestesisti previsti dalla pianta organica dell’ospedale ne è rimasto uno solo; che l’indispensabile Emergenza-Urgenza non è stata affatto potenziata; che il servizio di Cardiologia è attivo per poche ore al giorno e registra attese di mesi; che non sono stati più concessi ginecologi, radiologi e altri specialisti richiesti per il nosocomio, formalmente definito di «Zona disagiata».
Bitonti ha esposto in dettaglio la cronistoria delle iniziative e politiche degli ultimi due anni e delle relative richieste rimaste senza seguito, se leviamo la somministrazione in ospedale delle terapie oncologiche, però non contemplata dal Tavolo interministeriale di verifica degli adempimenti del Piano di rientro. Lo stesso capogruppo dell’Udc ha lamentato con riprovazione la sufficienza, sul futuro dell’ospedale, della componente politica maggioritaria e l’incomprensibile indifferenza della comunità locale, invece molto reattiva quando era sindaco Antonio Barile, del centrodestra. Ha poi sottolineato la necessità di sposare collettivamente la causa della sanità locale, a prescindere dalle bandiere politiche. Infine ha auspicato un risultato tangibile e concreto del previsto consiglio comunale straordinario a Catanzaro, fissato per le ore 15 di oggi presso la sede della Regione Calabria. Secondo Bitonti, medico e dunque esperto, «l’ospedale cittadino può dirsi chiuso».
Lopez, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha definito «una pura farsa lo spostamento del consiglio comunale a Catanzaro, una perdita di tempo in un momento di forte crisi per la maggioranza, immobile quanto imbarazzata dagli insuccessi in materia sanitaria».
Per Gentile, capogruppo di Rinascita democratica, il consiglio comunale a Catanzaro «non aveva alcun senso, perché non rispettoso della richiesta originaria della minoranza e in quanto organizzato al di fuori di un necessario confronto con i rappresentanti politici della Regione Calabria, che a regola determinano l’indirizzo da seguire». Secondo l’esponente di Rinascita democratica, «dei vecchi comitati pro ospedale faceva parte l’attuale assessore Marianna Loria, oggi muta come un pesce». Inoltre a suo avviso «Belcastro e sodali hanno totalmente fallito nelle politiche per la sanità».
La maggioranza ha accusato il colpo. Infatti, secondo quanto abbiamo potuto apprendere da fonte certa, nell’odierno incontro a Catanzaro Pd e Socialisti hanno proposto lo svolgimento, per il prossimo 13 ottobre, di un’assemblea consiliare a San Giovanni in Fiore, alla presenza dei vertici del dipartimento regionale Tutela della Salute.
Da parte nostra, abbiamo suggerito di invitare il commissario governativo Massimo Scura, l’unico ad avere poteri d’intervento sulla rete ospedaliera.
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