La differenziata non inizia, tensione in “Città pulita”
Tassa rifiuti altissima, ma ad oggi manca il servizio
Prospettive e rassicurazioni di “Tuttappostu” e sodali non contano un tubo. Ad oggi la raccolta differenziata non è partita a San Giovanni in Fiore, a oltre un anno dalla conclusione della gara e a 9 mesi dall’aggiudicazione formale.
di Emiliano Morrone
Il solito «virimu, facimu, pensämu, conzämu» dell’attuale maggioranza cozza con la realtà: nelle case arrivano bollette salatissime della monnezza, ma manca il servizio pubblico.
Facciamo un riepilogo, anche a uso della Procura, della Corte dei conti, dell’Anticorruzione e dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che indagano su atti, fatti e diritto.
Il Comune di San Giovanni in Fiore aveva previsto la salvaguardia dei dipendenti dell’ex gestore dell’indifferenziata, la cooperativa “Città pulita”. Oggi per 14 di loro codesta tutela formale è soltanto una parola vuota, mentre il sindaco Giuseppe Belcastro e soci rinviano la risoluzione del problema a data da destinarsi.
Qualcuno dice che gli operai della cooperativa, ormai cessata, hanno voluto l’esclusione e dunque «se fricuri, pecchi’ au’ fattu burdellu». Pontificare è troppo facile, specie se si sta nel sistema e se con esso si guadagna. Intelligenti pauca.
Per la differenziata il Comune ha stanziato fondi insufficienti, come ha riconosciuto lo stesso Belcastro davanti al prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao. Ma il punto, per sindaco e alleati, è uno: la voce «dei populisti, seminatori di odio e zizzania, i quali non vogliono il bene del paese». Il riferimento di comodo è al sottoscritto e al consigliere comunale di opposizione Antonio Lopez, capogruppo di Fratelli d’Italia, anche perché abbiamo riferito in Procura tutto ciò che sapevamo.
Poco importa, se il potere politico ha creato una guerra tra poveri, che oggi include nuovi precari nella raccolta rifiuti, assunti per coprire i posti vacanti dei 14 di “Città pulita”.
Sia chiaro, data l’agitazione di più animi ho provveduto anzitempo a ripararmi da eventuali attacchi personali; coi miei modi di sempre, intanto per iscritto. Avverto, allora, i miei avversari: riflettete.
Il Comune non ha mai chiarito, e spiegherà alla Corte dei conti, il perché della spesa di decine di migliaia di euro per comprare i materiali di raccolta e pagare la formazione dei cittadini, compiti che poi ha posto a carico dell’aggiudicatario della differenziata.
Mi preme sottolineare, stando al vero: 1) l’inconsistenza delle promesse dei tuttappostisti; 2) i conflitti tra lavoratori determinati dalla pessima gestione della pratica; 3) l’uscita dal municipio di risorse della comunità, cui è richiesta una tassa pesante, ma senza l’avvio del servizio.
Aspettiamo risposte, certi che, se l’amministrazione proseguirà nel silenzio, non tarderanno quelle dei controllori.
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