Gemellaggio con Genk: “pruovule” o prove di democrazia?
Una conferenza stampa dai contenuti troppo vaghi, dall’enfasi ingiustificata. «L’amministrazione di San Giovanni in Fiore è stata accolta in pompa magna» a Genk, che «è una comunità importante dove ci sono migliaia di concittadini». È quanto col sindaco Giuseppe Belcastro ha riferito il presidente del Consiglio Comunale, Domenico Lacava, soltanto a tre colleghi giornalisti: Saverio Basile, direttore di “Il nuovo Corriere della Sila”, Antonio Mancina, direttore di “Il Quindicinale”, e Maria Teresa Cortese. Per inciso: a me, come al solito, non è arrivato alcun invito. Questo è il rapporto che i governanti locali hanno con l’informazione? Paura del pluralismo e del confronto? Ce lo spiegherà il portavoce del Pd locale “Zorro”, se e quando starà comodo.
di Emiliano Morrone
Aggiungo per completezza il passaggio sul colloquio con Laura Ferrara della delegazione locale in trasferta a Genk, sul quale, nella conferenza stampa sui generis, tornato à la maison il sindaco si è soffermato definendolo «cordiale», «garbato», finalizzato a ottenere un sostegno della parlamentare europea (M5s), «l’unica calabrese», sui fondi europei diretti. Un fatto positivo, ma Ferrara non si può tirare per la giacchetta solo perché, onorando il proprio mandato, ha interloquito con i rappresentanti comunali.
Che cosa produrrà, per la gente di San Giovanni in Fiore, il recente viaggio a Genk? Che cosa ci aspetterà dopo l’incontro – a proprie spese – di Belcastro, Lacava, di alcuni consiglieri comunali, uno pure di minoranza, e del segretario comunale Maria Rita Greco con il governo e la comunità cattolica di Genk?
Lacava ha dichiarato che l’amministrazione in carica vuol guardare oltre gli angusti confini del municipio. Bene. Ha precisato che la recente visita nella città belga era il completamento del gemellaggio con il Comune di San Giovanni in Fiore, da tempo siglato proprio nel cuore della Sila. Bene. Nel concreto, allora, che cosa c’è di nuovo e rilevante, intanto per la sofferente economia nostrana? La risposta non può che essere ricavata dall’ingenuità politica dello stesso Lacava, che ha profilato la possibilità di vendere prodotti tipici presso gli oriundi sangiovannesi residenti a Genk, anche con riferimento ai formaggi di un imprenditore locale. Come e con chi organizzare tali attività? Il pubblico si sostituirà al privato, in un contesto in cui produzione e commercio annaspano per tasse crescenti, isolamento strutturale e ritardi nella programmazione europea imputabili ai burocrati della Regione Calabria, governata dal concittadino Mario Oliverio?
Intanto a San Giovanni in Fiore si vedono topi di fogna in pieno giorno; ieri perfino sull’altare di una chiesa, secondo quanto riferito da fonte attendibile. Nel mentre, per riparare una semplice perdita d’acqua in loco, bisogna informare Procura, Prefettura e Asp di Cosenza; per indurre al controllo sui randagi bisogna ricordare una sentenza del Giudice di pace, che in maggio ha condannato in solido il Comune per danni causati da un cane senza microchip. Infine, per correggere certi disservizi della nettezza urbana è stato necessario un esposto alla magistratura. Se non bastasse, è sempre ferma l’uscita della graduatoria per i corsi di formazione destinati a 230 disoccupati di lungo corso.
Mantenere un “ponte” con gli emigrati è doveroso, per carità. Per i sangiovannesi a Genk si è molto speso il concittadino Luigi Albano. Bisogna riconoscerlo. Ma il sindaco Belcastro e la sua maggioranza non confondano le acque. Il legame affettivo con i sangiovannesi all’estero è in primo luogo simbolico. E verrebbe inficiato, se ci fossero incoerenze; se, cioè, dimostrassimo loro di non saper custodire il bene pubblico e di non tutelare l’interesse collettivo. La vicenda dell’Abbazia florense è, in proposito, la più emblematica. E dovrebbe far sentire un po’ di vergogna, anche al cospetto degli emigrati, a chi oggi amministra in nome del popolo e ripara, d’ufficio, nella scusa della causa pendente – ormai da dieci anni – presso il Tribunale civile di Cosenza.
Non è opportuno cambiare i termini della realtà, come di rito fanno Belcastro e sodali. Non agevola lo sviluppo collettivo la loro esagerazione comunicativa su molte iniziative, che spesso rinviano a un gusto, a emozioni personali, comprensibili ma non di svolta.
Si cominci dal rispetto di chi dissente, cui bisogna fornire chiarimenti pacati, come impone la democrazia. E intanto si migliori la vivibilità a San Giovanni in Fiore, pulendo i parchi per bambini e rendendo più fruibili spazi pubblici che necessitano di manutenzione. Credo che a Genk apprezzerebbero. Forse di più del ventilato export dei latticini silani.
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