Capo della Polizia municipale, l’incarico contestato dal Csa
Il sindacato di categoria ha redatto una richiesta di revoca del provvedimento di assegnazione temporanea della responsabilità del Servizio di Polizia municipale. “Marano più titolato di Elliani”.
Ieri il sindacato di Cosenza Csa-Regioni e Autonomie locali ha redatto una richiesta destinata al Comune di San Giovanni in Fiore per la revoca in autotutela della deliberazione, numero 24 dello scorso 16 febbraio, con cui la giunta comunale per sei mesi – prorogabili per altrettanti in caso di concorso per reclutamento a tempo indeterminato – ha conferito all’agente Domenico Elliani la responsabilità del Servizio di Polizia municipale.
di Emiliano Morrone
Sino al gennaio 2018 il Comune di San Giovanni in Fiore aveva affidato l’incarico alla dipendente Angela Bitonti, responsabile del settore Commercio e Tributi, con la conseguente obiezione del Csa per incompatibilità del ruolo aggiuntivo, assegnato con decreto del sindaco, Giuseppe Belcastro. Poi la vacatio del capo della Polizia municipale, sino alle recenti “determinazioni”.
Nella nota sindacale sull’investitura di Elliani, indirizzata anche al Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, il Csa «prende atto» del provvedimento della giunta Belcastro (in foto, ndr), «concernente l’attribuzione di mansioni superiori ad operatore della Polizia Municipale, dalla categoria C alla categoria D con relativa attribuzione dell’indennità di posizione organizzativa e di risultato».
Il sindacato rileva, poi, «l’incompetenza della giunta municipale all’adozione dell’atto in oggetto specificato per aperto contrasto con le statuizioni del regolamento degli Uffici e dei Servizi del Comune di San Giovanni in Fiore, approvato con deliberazione n. 75 del 12.05.2011, dal commissario straordinario». Il sindacato specifica: «L’articolo 6 comma 6 – disciplina delle mansioni – del detto Regolamento recita: “L’affidamento delle mansioni superiori, che deve essere comunicato per iscritto al dipendente incaricato, corrispondenti a posizioni apicali è disposto con provvedimento del sindaco. Negli altri casi provvede, con propria determinazione, il responsabile del settore interessato. Qualora il posto di Responsabile del settore non sia coperto, o il medesimo sia assente per periodi prolungati, derivanti da malattia, aspettativa, maternità, ecc., provvederà il segretario comunale”». Dunque per il Csa c’è una prima violazione della procedura prevista, nel caso specifico, dal regolamento comunale.
«L’atto deliberativo di che trattasi – prosegue il Csa – è assunto in contrasto con il vigente regolamento degli Uffici e dei Servizi, da organo non deputato, con tutto quanto direttamente consegue, atteso che per statuizione regolamentare l’attribuzione delle mansioni superiori è di competenza del sindaco. Ne consegue, quindi, che – contesta il sindacato – essendo l’atto prodromico viziato da tali aspetti di legittimità, altrettanto viziato è il decreto sindacale protocollo n. 2917 del 17.2.2018, di attribuzione al medesimo soggetto, in dipendenza, dell’assegnazione» in oggetto.
Altro punto critico espresso dal sindacato è che il «Comune di San Giovanni in Fiore non risulta avere adottato il Regolamento per l’attribuzione delle mansioni superiori». Segue l’illustrazione di «ulteriori cause ostative all’attribuzione delle mansioni superiori, nel caso specifico, ossia l’operatore incaricato: 1)non è stato selezionato tramite pubblico concorso, bensì in ottemperanza della legge n. 285(/1977, ndr); 2) non è in possesso del titolo di studio (laurea) per ricoprire l’incarico assegnato; 3) non rispecchia le previsioni della Legge n. 65/86 (legge speciale) che all’articolo 8 “Titoli di Studio” recita: “I titoli di studio per l’accesso alle qualifiche previste dalla presente legge sono stabiliti in sede di accordo nazionale per i dipendenti degli enti locali (allegato A – declaratoria categoria D – CCNL 31.3.1999); 4) non è conforme alla Legge Regionale n. 24/90 art. 8 comma 5 (che richiede corsi obbligatori di qualificazione e aggiornamento professionale per tutti gli appartenenti alla Polizia municipale, ndr), perché è nella Polizia municipale dall’anno 1992 e dagli atti di assegnazione/incarico non risulta l’assolvimento dell’obbligo che precede; 5) non è conforme al Regolamento di Polizia Municipale del Comune di San Giovanni in Fiore n. 26/1996, capitolo VI articolo 49 (per cui “per accedere alle qualifiche previste (…) gli interessati devono essere in possesso, tra l’altro, anche del titolo di studio previsto dai contratti collettivi per l’accesso alle singole qualifiche (quindi laurea)».
«A questo si aggiunga – conclude il Csa – che, nel seno della Polizia Municipale del Comune di San Giovani in Fiore, è presente il dipendente Rosario Marano, categoria C posizione economica 3, il quale risulta essere in possesso di: corso di qualificazione ai sensi della Legge Regione Calabria n. 24/90; diploma di laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali; patente guida a-b-c; Ecdl; precedente esercizio delle mansioni superiori categoria D».
Viene da chiedersi, allora, perché il Comune di San Giovanni in Fiore – nello specifico il sindaco e la sua giunta – abbia preferito Elliani a Marano, secondo il Csa ben più titolato per l’incarico in questione. Bisognerebbe anche chiederlo al segretario del Pd locale, Pino Marra, dato che nel Partito democratico è di certo viva la discussione sui nuovi responsabili di servizio. Lo stesso capitolo vede ancora aperta, tra l’altro, la vicenda dell’assegnazione della responsabilità della Ragioneria comunale a Emilio Dante Martino, dipendente del Comune di San Fili (Cs), finita sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei conti. In alternativa, si poteva in proposito stabilizzare una delle due lavoratrici Lsu-Lpu utilizzata in municipio nel settore della contabilità. Che ne pensa la deputata dem Enza Bruno Bossio, che per le stabilizzazioni della categoria ha condotto una lunga battaglia? Come funziona, si stabilizzano i precari per appartenenza partitica o per necessità amministrative e possibilità finanziarie del Comune?
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