Marra si dimette, Pd nel caos
L’ex segretario dem di San Giovanni in Fiore: «Gruppi che pensano non al bene del paese ma solo a se stessi»
Pino Marra si è dimesso ieri: non è più il segretario del Pd locale. In una nota stampa ha motivato la scelta parlando di «troppe divisioni, troppi silenzi nelle riunioni ufficiali, troppe assenze che hanno il sapore di gruppi e contro gruppi che pensano non al bene del paese ma solo a se stessi». «Il Pd – ha aggiunto – si deve liberare di questi “pesi” che stanno affondando la più grande forza di sinistra».
di Emiliano Morrone
Ci saremmo aspettati un passo in là dall’ex segretario del Partito democratico di San Giovanni in Fiore, nei mesi scorsi votato all’unanimità dopo il rinvio dell’elezione a superamento della spaccatura sui candidati Zorro e Simpaticone. Avremmo voluto e vorremmo sapere da Marra (in foto, nda), cioè, quali sono «i gruppi che pensano non al bene del paese ma solo a se stessi», in quanto questa è una posizione forte e assieme una confessione pubblica, che certifica, se ce ne fosse bisogno, che il Pd nostrano è ormai bollito a mo’ di pera cotta.
Il partito sangiovannese non ha più una logica, non ha una visione, non ha coerenza e non ha obiettivi, come dimostrano i balletti (e le smentite, smentite) dei suoi consiglieri comunali sul rimpasto nella giunta Belcastro dopo la palata del 4 marzo scorso. Per inciso, nella fattispecie la sconfitta clamorosa è quella di Ferdinando Aiello, battuto all’uninominale Camera dal 5stelle Ciccio Sapia con goleada da grande Real, malgrado i ruoli di Pallapalla e Piticanniellu junior e il 90% dei consensi incassati dal Pd alle amministrative del 2015 col motto lacaviano «prima la città». Delle due l’una: o «prima la città», o «gruppi che pensano non al bene del paese ma solo a se stessi».
Perciò non è peregrino chiedere di conoscere la composizione e l’identità politica di codesti gruppi che, stando allo sfogo di Marra, si fanno i comodi loro.
Antonio Nicoletti ha avuto l’intelligenza di dimettersi da assessore al Turismo prima della tempesta, nonostante avesse tenuto posizioni alquanto ambigue, segnate da retromarce che la collega Cinzia Gardi ha registrato con perizia. Francesco Ferrarelli è uscito, settimane addietro, con un attacco riveduto e a scoppio ritardato al sindaco Alles. Non l’avevamo mai sentito negli ultimi tre anni, ma le conversioni paoline possono avvenire sulla via di Damasco o, se preferite restare in zona, dell’Abbazia florense. Gino Perri, della fronda dei ribelli a scadenza, ha detto tutto e l’esatto contrario, galleggiando come un limone tra dissenzienti e consenzienti. Nella squadra degli Ingrao 2.0 c’era anche il socialista pentito Antonio Nicoletti, passato tra i pallapallofili e nominato referente per l’ospedale presso la “depressa” direzione generale dell’Asp di Cosenza. L’unico (e ultimo) dei “viet-cong” a mantenere la barra dritta e una prospettiva politica è Attilio Mascaro, emarginato dal finto rinnovamento in casa dem e soprattutto per essersi dissociato da Madame Fifì, finora, salvo mutazioni genetiche, alleata di ferro del Lupo silano e del Peccatore originale.
La novità delle lotte nel Pd dell’«avanti tutta» è la nomina quale assessore all’Urbanistica di Biagio Oliverio, osteggiata da un bel pezzo del partito ma fortissimamente voluta dal sindaco, che non ha azzerato la giunta cedendo alle preci di Misciulla senior e ai “sughi” dell’“Ariella”: harakiri politico. Sì, perché tra l’altro un nutrito novero di consiglieri comunali aveva firmato a favore di un assessorato a Catrammina (che lavora all’Anas, il compianto buon Antonio Manganelli faceva il capo della Polizia). Leonardo Straface, Catrammina appunto, si è fatto apprezzare dalla comunità per l’impegno quotidiano nella gestione produttiva di lavoratori di Sial e cooperative, che a regola tocca agli uffici. Pallapalliano doc, Straface è il solo, nel Pd, che se si votasse domani aumenterebbe i propri voti. È un bonaccione, è simpatico, è cordiale ed è attivo, concreto.
La lettura politica della crisi del Pd va oltre, però. Il partito sta inabissandosi perché non ha compreso che i tempi sono cambiati, che la comunità, cui occorrono risposte, s’informa, vede e decide. «I circa 6milioni per il ricupero del quartiere Olivaro potrebbero perdersi – riferisce il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Antonio Lopez – per un grosso errore tecnico, di procedura». «L’ultimo bilancio – prosegue – è stato votato in Consiglio comunale malgrado il documento sia pervenuto ai consiglieri privo della firma dei revisori contabili, il che è inammissibile». La burocrazia del municipio è in ginocchio, tra pensionamenti e carenza di profili alti. Dell’annunciato rientro dal dissesto non si sa nulla, «bussate e vi sarà aperto». La presidenza della Regione in capo a Oliverio non ha dato frutti sul territorio. Qualcuno ha visto qualcosa? Senza offese per chicchessia, di certo non consola qualche nuova corsa d’autobus o l’inaugurazione del ritoccato Pronto soccorso, che non ha modificato affatto le note condizioni dell’ospedale. Potrebbe essere attivata una convenzione per chirurgia elettiva semplice tra le Asp di Cosenza e Crotone, visto che la discussa consulenza all’universitario del policlinico di Catanzaro è finita senza i risultati attesi. Mancano un disegno di sviluppo riconoscibile come tale e la volontà di risolvere i problemi del commercio e dei tanti precari: Lsu-Lpu, “Invisibili” e Comitato cittadino per il lavoro dignitoso, i quali ultimi attendono riscontri sui progetti presentati. E non c’è ancora un piano per l’assistenza sociale, il trasporto scolastico, gli affidamenti sotto soglia, la trasparenza amministrativa, il taglio degli sprechi e l’utilizzo degli immobili comunali (capannoni, ex museo della biodiversità, scuole et coetera).
Tra parentesi: i Socialisti, sono spariti da parecchio. Li troverà Corrado Augias?
Il Pd, in cui evidentemente non considerano possibili effetti politici delle inchieste su Calabria verde, ha preso la via dell’attendismo, dei personalismi, delle “mance” elettorali e dei giochini al rialzo. Alle prossime comunali, dalla data imprevedibile, chi saprà meglio intercettare il malcontento popolare vincerà a mani basse. Questo lo sanno al Nazareno silano. Però, come ripete un saggio del bar, «si ne fricuri».
Ecco chi è François-Xavier Nicoletti, alias Franciscu “A Vurpa”
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