Domenico Danti, il bomber generoso della Sila
Domenico Danti (in foto, nda) è un ragazzo umile, un calciatore forte, tenace e grintoso. Ha grande senso della squadra. Ventinovenne di San Giovanni in Fiore (Cs), ha vestito la maglia di Cosenza, Siena, Reggina, Vicenza, Ternana e Nocerina, prima di approdare alla Virtus Verona, società scaligera appena salita in C grazie ai “numeri” e alle reti del bomber calabrese.
di Emiliano Morrone
Un passato remoto sui terreni di gioco della Sila, Danti militò nella Florens guidata da Mario Marra, vecchia gloria della Silana di cui si ricorda spesso Aurelio Chizzoniti, già presidente della commissione speciale di Vigilanza del Consiglio regionale della Calabria. Come tanti sportivi, la “stella” della Virtus ha attraversato periodi di grazia e sofferenza, di luce e di sconforto.
«Il mestiere è difficile – ci dice al telefono con voce serena e soddisfazione – perché il pallone è tondo, gira. Serve dunque impegno, sacrificio, testa, coraggio e fatica».
Oggi è lui, questo fantasista dai piedi fatati e dalla classe cristallina, il protagonista della promozione conquistata dalla Virtus, allenata e presieduta dal vulcanico Luigi Fresco. Non ci sta, però, Domenico, a prendersi i meriti da solo. «Abbiamo costruito – precisa – un gruppo affiatato, fantastico. Ho trovato un ambiente caloroso, accogliente e stimolante. Questo mi ha giovato, dopo un anno e oltre di lontananza dal campo. Ero triste, deluso, ferito. A Verona ho riacquistato stimoli e volontà; ho avuto la fortuna di lavorare in un contesto molto familiare». «A inizio stagione – aggiunge Danti – non pensavamo affatto di poter vincere il campionato. Poi ci siamo accorti che l’obiettivo era nelle nostre corde. Allora abbiamo iniziato a sognare, a crederci, ad appassionarci sempre di più. Alla fine siamo riusciti a raggiungere il traguardo, senz’altro storico per la società». «Le richieste da squadre prestigiose – prosegue – non mi mancano. La Virtus sta valutando di tenermi. Sono grato alla società, che mi ha consentito di rinascere. Per questo la preferirei di certo».
Distante dal denaro, Danti guarda al futuro con l’umanità e la generosità che portarono a Cosenza Gigi Lentini, reduce dal terribile incidente che ne condizionò la carriera. All’attaccante silano non interessa il blasone di una categoria superiore. Desidera continuare con il gruppo che gli ha ridato entusiasmo e possibilità di esprimersi al meglio. Agli esordienti, soprattutto del Sud, lancia un messaggio breve ma chiaro: «Provateci e non mollate mai. Tutto parte dalla testa e dal cuore, non dimenticatelo».
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