Differenziata e graduatorie, cronaca di un consiglio alla valeriana
Mollate carte e scritti corsari, ieri pomeriggio mi sono precipitato al consiglio comunale di San Giovanni in Fiore. Giornata uggiosa da quanno chiove, buio a mo’ di nebbia in Valpadana, pioggia nel pineto. Spente le luci a San Siro della ventura nazionale, ho chiamato l’invincibile Giovanni Foglia per andare insieme all’appuntamento.
di Emiliano Morrone
Dopo tutto sono un cittadino: pago le tasse e voglio seguire il dibattito politico locale. Due gli argomenti della seduta consiliare: differenziata e graduatorie per un corso di formazione all’impresa, finanziato da mamma Regione. Avrei comprato pure il biglietto, convinto di assistere a un confronto di fuoco tra la corazzata Potëmkin dell’incatenando Mario Oliverio e l’opposizione dei tre moschettieri.
Prima di entrare in municipio, ho sentito il mio direttore (dei Servizi) Gigi Scaffidi per l’ultimo scambio di notizie. Gli ho raccontato il fatto quotidiano: una telefonata dalla Camera per un atto sull’Agenzia europea del farmaco. Dal Sindacato ispettivo mi era appena giunto l’invito a spostare in premessa un riferimento giornalistico, e io: ” Va bene, ma è un’interrogazione della deputata Dalila Nesci?”. E l’ignota (a voi) dottoressa Mandillo: “No, dell’onorevole Paglia, Pa-glia”. Al che la mia replica: “Ma io non sono un uomo di Paglia”.
Torno all’atteso consiglio, richiesto “ripetuta, ripetuta, ripetutamente” dai predetti moschettieri. Nella piazza del Comune, occupata da un fontana kitsch a rettangolo allungato, l’assembramento in fieri di uno sparuto gruppo di operai dell’estinta “Città pulita” e quattro, cinque rappresentanti degli “Invisibili“, il movimento che ottenne il bando per l’agognato corso di formazione all’impresa, ispirato al volo del Canadair Sergio Marchionne.
Ho capito, allora, che le mie aspettative sarebbero state deluse: poco pubblico, niente agonismo. E difatti: il vicesindaco, in genere baldanzoso, stava addormentandosi bellamente guardando lo smartphone; sbadigli pure dal vicesegretario e dai banchi della maggioranza, in cui peraltro siede un mite consigliere provinciale.
Fischio d’inizio alle ore 16,53, la minoranza mitraglia, attacca come l’impareggiabile Milan di Arrigo Sacchi: Peppino Bitonti elenca le contraddizioni del servizio rifiuti: l’isola ecologica (che non c’è), il numero verde cui non risponde nessuno, impegni assunti dal vincitore della gara ma rinviati alle calende greche, carenza di personale, esclusione della differenziata in villaggi e case sparse, altre criticità. Chiarisce: “Non non ce l’abbiamo con la differenziata né coi lavoratori, che ringraziamo per l’impegno”. Poi la manovra difensiva del sindaco Giuseppe Belcastro, che ha tutta la mia solidarietà per essere stato abbandonato da una maggioranza sfatta e divisa in due: gli assenti e i muti. Il primo cittadino ha riferito che per settembre e ottobre 2017 la differenziata passa il 50%, ma con faccia stanca, voce bassa e insolita spossatezza.
Lo contrasta Antonio Lopez, con incursioni alla Donadoni: “è una vergogna, nessuno ha controllato – incalza – e la differenziata sta al 7 e dispari per cento, come dicono i dati complessivi”. Nella tre quarti Pd-Psi Gino Perri prova la marcatura a uomo. “Abbiamo portato – scandisce con flemma napoletana – la differenziata a San Giovanni in Fiore, questo è il punto. Non siamo contestabili su nulla”.
Solo il mitico “Zorro”, cioè Tonino Candalise, riconosce le pecche del servizio e “l’imbarazzo per le assenze fisse in maggioranza”, ma poi sprofonda nel modulo tattico alla Trapattoni, sfiancato dai tonicissimi Bitonti e Lopez, cui si aggiunge Angelo Gentile con una bordata alla Cláudio Ibrahim Vaz Leal, cioè Branco. “La faccia di bronzo – spara – della giunta, che non ha saputo tenere una nostra cooperativa (“Città pulita”, nda), che ha mandato a casa 14 operai e non ha trovato soluzioni ai problemi, troppi. Voi fuggite dai problemi, piuttosto che cercare di capire come risolverli”.
Infine il punto sulla graduatoria per il corso di formazione allo spirito dell’ad Fiat. E qui il delirio, perché le domande sono finite in Procura tramite la Guardia di Finanza, dalle quali la maggioranza attende la sistemazione dei punteggi. Solo un’osservazione personale, ovvia ma necessaria: come direbbero il procuratore cosentino Mario Spagnuolo e il comandante provinciale delle Fiamme gialle, Marco Grazioli, l’autorità giudiziaria ha il compito, con l’ausilio delle forze dell’ordine, di individuare e punire eventuali reati. Le graduatorie le fanno gli enti, gli uffici preposti. Non v’è altro da dire.
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