Cimitero, una storia incredibile ma vera
Almeno il rispetto lo si abbia per i defunti, se i vivi devono subire per statuto, nella città dell’abate Gioacchino e dei santi laici.
di Emiliano Morrone
San Giovanni in Fiore è tra i luoghi in cui il possibile diventa impossibile e viceversa. È una delle sedi del diritto creativo alla calabrese, dell’arroganza ostinata del potere e della subordinazione come prassi dominanti, come indirizzi di vita. È l’avanguardia della sperimentazione giuridico-politica, in cui le regole scritte (o gli usi consolidati) possono cambiare a piacimento, nel silenzio diffuso e nell’immobilismo dei controllori. È successo, per esempio, per la (mancata) salvaguardia di operai impegnati nel servizio rifiuti. Ed è avvenuto per il posto di responsabile della Ragioneria comunale, che era stato individuato a tempo pieno e poi, come sa la Guardia di finanza, è diventato a tempo parziale, con l’eterna giustificazione della povertà di cassa.
Esiste soltanto un dissesto finanziario o c’è, in primo luogo, un dissesto politico, morale, istituzionale, un lassismo a cielo aperto che i palazzi legittimano senza pudore?
La storia che vi racconterò è incredibile ma vera. Sembra quasi una vicenda da cinema in bianco e nero; si tratta una scena tragicomica e grottesca.
Un defunto doveva essere tumulato di festivo. Dagli uffici ripetono – e formalizzano, protocollo n. 10654 del 12 giugno scorso, – che «nei giorni di sabato, domenica e festivi il Comune non effettua tumulazioni e le stesse verranno eseguite solo ed esclusivamente dagli addetti comunali al servizio, nei giorni feriali successivi». Nella fattispecie, su iniziativa del Comune giunge in anticipo una squadra, pronta all’intervento eccezionale. Prepara il loculo in attesa dell’arrivo del cofano funebre; apre il loculo e appena sotto dispone un elevatore per il posizionamento della bara. Passano le ore, il cimitero si riempie, entra il corteo e raggiunge la cappella. Il loculo è chiuso, si attende che qualcuno provveda. Niente, però: alla fine prevale il fai da te, per necessità. Quella squadra aveva sbagliato cappella, aveva aperto il loculo di un’altra famiglia.
Ora, il principio è che diritti, dolori, lutti e regole sono uguali per tutti. E sarebbe il caso che le tumulazioni si facessero sempre, evitando queste figure, emblematiche di un sistema, di un costume che non ha nulla della solidarietà meridionale.
Ecco chi è François-Xavier Nicoletti, alias Franciscu “A Vurpa”
Ecco chi è François-Xavier Nicoletti, alias Franciscu “A Vurpa”
San Giovanni in Fiore, la crisi politica nel botta-risposta con il dottore Mauro