Servizio civile, ennesimo scivolone dei tuttappostisti
Il Comune di San Giovanni in Fiore fuori dal Servizio civile
Anche sul Servizio civile il Comune di San Giovanni in Fiore è fermo al palo. Infatti non risulta nell’elenco degli enti ammessi a partecipare al bando regionale, del 23 maggio scorso, «per la selezione di 1.477 volontari» «da avviare al servizio nell’anno 2017 nei progetti» «approvati dalla Regione Calabria».
di Emiliano Morrone
Il Servizio civile dura dodici mesi. Ai volontari selezionati spetterà «un assegno mensile di 433,80 euro», ma San Giovanni in Fiore è escluso.
Ci dirà l’assessore al ramo, Marianna Loria (in foto, ndr), per quale motivo il Comune è fuori da quell’elenco, atteso che la (solita) scusa del dissesto non reggerebbe. Lo dimostra, peraltro, la presenza in elenco del Comune di Grimaldi (Cs), il cui dissesto fu deliberato il 29 gennaio 2015, e del Comune di Chiaravalle Centrale (Cz), entrato in dissesto il 30 dicembre 2014.
Di recente il Comune di San Giovanni in Fiore ha perduto circa due milioni di euro per il recupero dei quartieri disagiati, a causa della carenza di documentazione e della mancata firma della domanda trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Quanta economia e quanto sollievo nelle famiglie si sarebbero creati con l’avvio di interventi sociali specifici e del volontariato civile presso il municipio? Non ci sono elementi fin troppo limpidi perché la maggioranza corra ai ripari? L’opposizione interna al Pd vuole proseguire con critiche morbide o intende salvare il salvabile? Perché i Socialisti rimangono in silenzio? Sanno che la nuova emigrazione dipende anche dai metodi di governo?
La comunità non è sprovveduta, non crede alle favole e oggi si documenta. Sull’improvvisazione e sugli errori – dai servizi sanitari allo scarso decoro urbano, dalla differenziata al dramma lavoro, dalla gestione dei beni pubblici alla poca condivisione – l’esecutivo in carica deve dunque delle spiegazioni, che non possono essere superficiali, elusive o ancora rinviate.
Purtroppo il sindaco Giuseppe Belcastro si è chiuso a riccio coi suoi, provando a distrarre i cittadini con tagli di nastro, propaganda e proclami inutili. Così aumenterà soltanto le distanze dal corpo sociale e ridurrà il consenso ai minimi storici, tradendo la fiducia dell’elettorato e di quanti avevano creduto alle discusse promesse di riscatto. Per inciso, anche il governatore Mario Oliverio potrebbe trarne le più ovvie conseguenze.
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